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I Tech Officer: conosciamo davvero le differenze dei loro ruoli?

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Con l’avanzare della trasformazione digitale, i ruoli dirigenziali tecnologici si sono evoluti in modo da riflettere le nuove esigenze delle aziende. I tech officer rappresentano i pilastri della leadership tecnologica, ciascuno con responsabilità uniche e complementari. Se ti stai chiedendo come mai parliamo al plurale, è perché oggi ti spiegheremo i ruoli strategici di ben 3 figure: CTO, CIO e CDO. Tradizionalmente sentiamo molto più spesso parlare solamente di CTO ma vediamo più da vicino le specifiche funzioni e il valore strategico che queste altre figure portano.   Tech officer CTO, CIO e CDO: chi fa cosa? All’interno delle leadership tecnologiche, i ruoli di Chief Technology Officer (CTO), Chief Information Officer (CIO) e Chief Digital Officer sono cruciali ma distinti. Tradizionalmente, un CTO si concentra sulle tecnologie emergenti e sulla strategia di prodotto, un CIO sulla tecnologia interna, mentre il CDO naviga nel panorama digitale.   Il CTO: l’architetto della tecnologia del prodotto Il Chief Technology Officer si occupa principalmente dell’innovazione di prodotto e dell’identificazione e adozione di tecnologie emergenti per migliorare i prodotti e aumentare la competitività dell’azienda. Il suo focus CTO è “esterno”, in quanto punta a utilizzare la tecnologia come vantaggio competitivo. Competenze chiave di un CTO di successo: Pensiero strategico e design thinking: comprende le esigenze del cliente e sa adattare la tecnologia per soddisfarle. Coltiva rapporti con partner esterni, come università e start-up, per mantenere l’azienda all’avanguardia. Aggiornamento continuo: il CTO deve essere sempre aggiornato sulle ultime innovazioni e tendenze tecnologiche. Capacità di sfidare lo status quo: è in grado di riconoscere e promuovere nuove soluzioni tecnologiche anche quando richiedono di rompere con le convenzioni aziendali esistenti. Ogni CTO sviluppa il proprio stile in base al settore e alla cultura aziendale: alcuni si focalizzano sull’innovazione continua, mentre altri adottano uno stile più pragmatico, facilitando l’adozione di tecnologie già mature e stabili.   Il CIO: un vero custode dell’efficienze IT interna Diversamente dal CTO, il Chief Information Officer ha un focus interno e strategico, essendo responsabile dell’infrastruttura IT aziendale, della sicurezza informatica e del supporto tecnologico per i processi. Inizialmente, il CIO era visto come il supervisore della tecnologia informatica di base; oggi rappresenta un vero leader strategico, che bilancia le operazioni tecnologiche con le necessità di business. Nuove funzioni del CIO: Leader aziendale: oltre a gestire le operazioni IT, comprende a fondo il business e sa riconoscere opportunità di crescita tramite la tecnologia. Agente del cambiamento: supporta attivamente l’innovazione e promuove una cultura tecnologica in azienda. Talent scout: recluta e sviluppa i migliori talenti IT, contribuendo a costruire team agili e competitivi. Tech translator: comunica efficacemente con il top management, facilitando la comprensione delle implicazioni tecnologiche e favorendo una cultura aziendale basata sui dati.   Il CDO: un trasformatore digitale Diversamente dal CTO, il Chief Information Officer ha un focus interno e strategico, essendo responsabile dell’infrastruttura IT aziendale, della sicurezza informatica e del supporto tecnologico per i processi. Inizialmente, il CIO era visto come il supervisore della tecnologia informatica di base; oggi rappresenta un vero leader strategico, che bilancia le operazioni tecnologiche con le necessità di business. Responsabilità strategiche del CDO: Integrazione nella strategia aziendale, anziché limitarsi a una strategia digitale separata Approccio incentrato sul cliente, sviluppando soluzioni tecnologiche per migliorare l’esperienza utente, con strumenti come report in tempo reale e interfacce innovative. Agilità e velocità nel creare un “spirito digitale” in azienda, introducendo rapidità nei processi e stabilendo obiettivi sfidanti. Creazione di reti esterne per mantenere rapporti con partner esterni e start-up, rimanendo al passo con le innovazioni di settore. Esecuzione e consegna tramite l’orientamento dell’azienda verso la trasformazione, per favorire una visione a lungo termine.   Le differenze chiave tra i tech officer CTO, CIO e CDO   Come collaborano strategicamente CIO, CTO e CDO Affinché queste tre figure possano prosperare e contribuire alla crescita aziendale, è necessario il sostegno del CEO dell’azienda. In tal modo, la loro collaborazione può tradursi in: Mandato chiaro e supporto a lungo termine per comprendere l’importanza della trasformazione digitale e garantire che ci siano risorse sufficienti per il successo di ogni iniziativa. Allineamento strategico con il CEO, il quale deve assicurare che gli obiettivi aziendali siano compresi e condivisi tra CTO, CIO e CDO, favorendo una cultura collaborativa. Attrazione dei talenti giusti: promuovere una cultura ingegneristica che attragga i migliori talenti tech.   Tech Officer: un team strategico per la competitività aziendale I ruoli di CTO, CIO e CDO sono cruciali per l’azienda digitale moderna, ciascuno con competenze distintive e una precisa area di influenza. La conoscenza di ciò, da parte dei team dirigenziali, è fondamentale per stabilire criteri di successo diversificati. Comprendere e valorizzare la collaborazione tra i tech officer, garantendo un ambiente favorevole, è essenziale per permettere all’azienda di affrontare le sfide sempre maggiori del mercato digitale, posizionandosi in modo competitivo nel proprio settore. Non perdere i nostri aggiornamenti sul mondo tech! Dai un’occhiata agli altri articoli del Blog DotEnv! Scoprili ora!

Best practices nello sviluppo software: il servizio di qualità DotEnv

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Lo sviluppo software è una disciplina complessa che richiede estrema attenzione ai dettagli, organizzazione e un impegno costante per migliorare la qualità dei prodotti realizzati. Le migliori software house non si limitano a scrivere codice che funzioni, ma seguono pratiche ben definite per garantire che il software sia affidabile, manutenibile e scalabile nel lungo termine. In DotEnv, adottiamo un insieme di best practices che non solo migliorano la qualità del codice, ma anche la facilità di collaborazione del team e la capacità di evoluzione del progetto nel tempo. Vediamole insieme! 1. Codice commentato e facile da comprendere: sfatiamo alcuni miti Quando si parla di commentare il codice, il dibattito si accende facilmente. Alcuni sviluppatori considerano i commenti come un segno di debolezza nel design del codice, pensando che un codice ben scritto dovrebbe essere autoesplicativo. Altri, invece, vedono i commenti come uno strumento essenziale per rendere il lavoro più comprensibile e manutenibile nel tempo. Entrambe le posizioni hanno delle validità, ma è importante capire quando e come i commenti diventano veramente utili. L’idea che se si ha bisogno di commentare il codice, allora si sta scrivendo “brutto codice” si basa su un concetto chiave: il codice dovrebbe essere scritto in modo che chiunque possa leggerlo e capirlo senza bisogno di spiegazioni aggiuntive. Le funzioni dovrebbero essere corte e concise, con nomi di variabili e metodi che riflettano chiaramente il loro scopo. Questo è il cuore del codice autoesplicativo, che fa affidamento su una buona progettazione e sull’utilizzo di convenzioni di codifica coerenti ed è questo concetto che cerchiamo di adottare ogni giorno nel nostro lavoro. Il vero scopo dei commenti è documentare l’intenzione, non l’azione ed è per questo che un commento non dovrebbe mai spiegare cosa fa una funzione o una porzione di codice, ma piuttosto perché quel codice esiste in quel determinato modo. Spiegare l’intenzione dietro una particolare implementazione o la motivazione di scelte inusuali può fare la differenza tra un codice che sopravvive nel tempo e uno che viene frainteso o rimosso. 2. Formattazione consistente e ordinata del codice per uno sviluppo software ottimale La formattazione del codice è una pratica talvolta sottovalutata, ma essenziale per mantenere leggibilità e manutenibilità. Nello sviluppo dei nostri software, adottiamo convenzioni di stile standard per ogni linguaggio di programmazione utilizzato, assicurandoci che il codice sia formattato in maniera coerente, indipendentemente da chi lo scriva. Questo rende il codice più comprensibile e più facile da mantenere, sia all’interno del team, sia per eventuali contributori esterni. Buone pratiche di formattazione includono: Indentazione coerente, per rendere chiara la struttura gerarchica del codice. L’indentazione è lo spazio vuoto o la rientranza che si utilizza all’inizio di una riga di codice per evidenziare la struttura gerarchica o logica di un programma. Nomi di variabili e funzioni significativi, che descrivano il loro scopo o contenuto. Spaziature e separazioni logiche per facilitare la lettura. Utilizzo di strumenti di linting e formattatori automatici (come Prettier o ESLint) per mantenere uno stile uniforme in tutto il progetto. Un codice ben formattato è più facile da leggere, da comprendere e da modificare, il che riduce il rischio di errori e rende il processo di sviluppo più fluido. 3. Una struttura standardizzata dei progetti è importante Ogni progetto software ha la sua unicità, tuttavia seguire una struttura standardizzata facilita la comprensione, la collaborazione e la manutenibilità. In DotEnv, adottiamo una struttura di progetto ben definita, separando chiaramente i componenti e le funzionalità principali, in modo da rendere più semplice sia internamente sia esternamente, orientarsi nel progetto e capire nell’immediato dove trovare specifiche funzioni o moduli. Una buona struttura di progetto include: Una chiara separazione tra logica di business, interfaccia utente e gestione dei dati (ad esempio, seguendo l’architettura MVC o simili). Una directory ben organizzata per test, documentazione, configurazioni e script di build. Componenti modulari e autonomi, che possono essere sviluppati, testati e manutenuti indipendentemente. 4. Componenti atomici e testabilità: aspetti fondamentali Uno degli aspetti più importanti nello sviluppo software è la testabilità del codice. Nei nostri progetti, seguiamo il principio di sviluppare componenti atomici e autonomi: ogni componente del software ha una responsabilità ben definita e può essere testato in isolamento. Lo sviluppo di piccoli moduli facilita il testing puntuale e riduce il rischio di errori sistemici, rendendo il software più robusto. Tra i vantaggi dell’approccio atomico troviamo: Facilità di testing unitario, che permette di verificare il corretto funzionamento di ogni singola parte del sistema. Maggiore modularità, che consente di riutilizzare componenti in diversi contesti o progetti. Riduzione della complessità del codice, rendendolo più facile da manutenere e migliorare.   5. Versionamento e controllo delle dipendenze Un altro aspetto fondamentale che assicura la qualità del software è il versionamento, ossia gestire e tracciare le diverse versioni del codice sorgente di un progetto, e la gestione delle dipendenze, per garantire che il progetto funzioni sempre con le versioni corrette delle librerie utilizzate. In DotEnv, il team sviluppo utilizza sistemi di controllo di versione come Git per tracciare ogni modifica al codice. Questo garantisce che qualsiasi aggiornamento o modifica sia documentato, permettendo un facile rollback in caso di problemi. Inoltre, ci assicuriamo che le dipendenze del progetto siano ben definite e gestite tramite file di configurazione differenti in base al framework in uso. Queste azioni aiutano lo sviluppo per: Una facile gestione delle versioni del codice e delle dipendenze. Una maggiore stabilità del software, evitando problemi dovuti a aggiornamenti inaspettati di librerie esterne. Una migliore collaborazione tra team, che possono lavorare su diverse versioni del codice in parallelo.   6. L’importanza del testing automatizzato e dell’integrazione continua Il testing automatizzato è una parte centrale del nostro processo di sviluppo software. La capacità di testare rapidamente e frequentemente è cruciale per individuare e risolvere i problemi prima che questi raggiungano l’utente finale. In DotEnv, utilizziamo piattaforme di Continuous Integration/Continuous Deployment (CI/CD) per automatizzare i test e le build, assicurando che il codice sia continuamente verificato e rilasciato in modo sicuro. Ecco gli strumenti che utilizziamo: Test unitari per verificare che ogni funzione o

Metodologia Agile: la guida per progetti software performanti

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Nel mondo dello sviluppo software, esiste una metodologia di riferimento che consente di ottenere soluzioni di successo, in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e di rispondere alle esigenze delle aziende. Questo approccio di chiama metodologia Agile. Oggi ti offriamo una guida completa che contiene significato, principi e i vantaggi di questo vero e proprio Mindset, per ottenere prodotti performanti e di qualità.   Cos’è la metodologia Agile, partiamo da qui La metodologia Agile è un approccio nella gestione di progetti che promuove la collaborazione continua tra i membri del team e i clienti e che consente una continua revisione e adattamento del prodotto in corso d’opera, permettendo di rispondere rapidamente ai cambiamenti. La metodologia Agile si differenzia dal tradizionale approccio “Waterfall” (a cascata), il quale prevede l’applicazione di un solo contributo del progetto, che viene poi accantonato per passare al successivo, nel richiedere un team collaborativo e interfunzionale. Questo si traduce in comunicazione aperta, collaborazione, adattamento e fiducia tra i membri del team. All’interno del Mindset Agile si sono sviluppate negli anni molteplici strumenti e pratiche. Uno di questi è infatti Scrum, un framework Agile che aiuta i team a suddividere il lavoro in piccoli step, chiamati sprint, di durata variabile. Nel software development, in ogni sprint, vengono sviluppate e rilasciate parti del progetto, che poi vengono testate e validate. Scrum porta i principi Agile, che vedremo in seguito, a uno step successivo, perché si basa su una una struttura che aiuta i team a mettere in pratica i principi Agile, appunto, quotidianamente. Possiamo dire che, i team che adottano la metodologia Agile, danno valore a persone e interazioni piuttosto che a processi e strumenti usati, prendendo decisioni rapidamente, a seconda del contesto, e assumendo alcune caratteristiche distintive tra cui la multifunzionalità, la decetralizzazione delle decisioni, l’auto-organizzazione, il miglioramento continuo, la trasparenza di informazioni, la condivisione di feedback continui e molte altre. I valori e i principi della metodologia Agile: mettili in pratica! Esiste un insieme di principi e valori che definiscono la metodologia Agile e guidano il modo in cui i team di sviluppo affrontano e gestiscono i progetti. Questi principi, assieme ai valori, sono delineati nel Manifesto Agile, un documento del 2001 redatto da un gruppo di esperti del settore. Vediamo assieme innanzitutto i valori: Individui e interazioni più che processi e strumenti: l’accento viene posto sulle persone e la collaborazione, invece che su procedure rigide. Software funzionante più che documentazione esaustiva, la quale può rischiare di diventare obsoleta durante il progetto. Collaborazione con il cliente più che negoziazione contrattuale, per assicurarsi che il software risponda alle sue esigenze. Rispondere al cambiamento e alle nuove esigenze, più che seguire un piano prefissato.     In merito ai 12 principi che fanno parte del manifesto, abbiamo scelto di estrapolare i principali per permetterti di orientarti nella scelta della metodologia Agile: Soddisfazione del cliente e suo coinvolgimento durante tutto il processo di sviluppo. Inoltre, ogni sprint deve portare valore concreto. Cambiamento come opportunità per migliorare il software finale. Rilasci frequenti a garanzia di continui miglioramenti e feedback immediati. Collaborazione continua e sinergica tra designer, developer e clienti.   Seguendo i principi e abbracciando i valori della metodologia Agile, potrai ottenere soluzioni software performanti, ottimizzati e in grado di adattarsi ai cambiamenti del mercato.   Ma quali sono i vantaggi della metodologia Agile per una software house? L’adozione della Metodologia Agile offre diversi vantaggi sia alle software house sia alle aziende clienti. 1. Maggiore flessibilità, che si traduce nell’adattare costantemente il progetto ai cambiamenti, come modifiche richieste o nuove tecnologie emergenti. 2. Riduzione del rischio, grazie ai rilasci incrementali e ai continui feedback, prima che possa provocare ritardi o fallimenti. 3. Qualità superiore del software per merito di una continua revisione e testing del prodotto durante tutto il ciclo di sviluppo. 4. Collaborazione continua tra team e cliente che garantisce che le esigenze del cliente siano sempre al centro del progetto e, in tale contesto, i feedback regolari consentono di allineare il prodotto ai bisogni reali del mercato. 5. Time-to-Market più rapido e con intervalli regolari, perciò i clienti possono iniziare a utilizzare il software prima del completamento definitivo, ottenendo così un maggiore vantaggio competitivo. Quando utilizzare la metodologia Agile? I contesti La metodologia Agile è un approccio particolarmente indicato per i progetti in cui i requisiti possono cambiare nel corso del tempo o in cui c’è bisogno di iterazioni frequenti. Tra i numerosi contesti, spiccano senza dubbio: Start-up, le quali hanno quasi sempre budget e tempi ridotti, e che necessitano di adattarsi velocemente alle esigenze del mercato. Progetti software innovativi per mantenere la flessibilità, in particolare, se si parla di tecnologie emergenti o soluzioni sperimentali. Software complessi in cui molte variabili possono cambiare rapidamente durante il ciclo di sviluppo. Aziende che vogliono trasformare interamente il loro assetto Progetti che devono essere completati in breve tempo per poter essere commercializzati quanto prima.   Come DotEnv sfrutta la metodologia Agile La metodologia Agile è stata, per la nostra software house, una scelta ideale proprio per la sua flessibilità, capacità di ridurre i rischi e di migliorare la qualità del software finale. L’approccio iterativo e la stretta collaborazione con il cliente, ci danno la possibilità di offrire un prodotto software che risponda efficacemente alle esigenze del mercato e che possa svilupparsi contestualmente al business dell’azienda cliente. Inoltre, si tratta di un vero approccio al business, non solo allo sviluppo, che si concretizza nella creazione di nuovi modelli basati su interazione e personalizzazione con i clienti, e potenziali, ma anche con gli utenti finali, al fine di produrre innovazione sotto molteplici punti di vista. Ora che hai una panoramica più chiara della metodologia Agile, se la tua azienda è alla ricerca di un partner tecnologico per realizzare un progetto software innovativo, in modo performante, DotEnv è qui per supportarla, sfruttando metodologie, know how e tecnologie avanzate. Vuoi scoprire come possiamo trasformare la tua idea in un software di successo? Contattaci ora!

Cosa si intende per ciclo di vita del software?

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Quando si pensa allo sviluppo di un software, spesso immaginiamo programmatori chini sulle proprie tastiere, intenti a scrivere codice. Tuttavia, dietro ogni software di successo, c’è molto più della scrittura codice; esiste un processo ben definito che guida ogni passo, dall’idea iniziale fino al rilascio e alla manutenzione. Questo processo, noto come ciclo di vita del software è il cuore pulsante di qualsiasi progetto tecnologico. Scopriamo insieme le fasi cruciali di questo ciclo, svelando tutti i passi che permettono di trasformare una semplice idea in una soluzione digitale di successo. Le fasi del ciclo di vita del software Il percorso che riguarda il ciclo di vita del software è scandito da fasi ben distinte, fondamentali per garantire una soluzione performante, scalabile e affidabile.   Raccolta dei requisiti Questa fase del ciclo di vita del software ha lo scopo di delineare le esigenze e gli obiettivi del cliente attraverso interviste e l’analisi di documenti. Tutto ciò aiuta a evitare malintesi e modifiche, anche costose nelle fasi successive di sviluppo.   Analisi Una volta raccolti i requisiti, si procede con un’analisi dettagliata per trasformarli in specifiche tecniche per lo sviluppo. Questa fase può essere suddivisa in: analisi dei requisiti funzionali analisi dei requisiti non funzionali modellazione del sistema.   Progettazione Una volta stabiliti i requisiti e analizzati correttamente, si passa alla progettazione vera e propria dell’architettura generale del software e delle tecnologie e linguaggi da utilizzare. Si stabiliscono le varie componenti, la documentazione sulla realizzazione del software e si procede con gli studi e progetti di UX/UI.     Sviluppo o implementazione Durante questa fase, il software viene effettivamente sviluppato sulla base della progettazione definita. I requisiti vengono quindi trasformati in un vero software funzionante, attraverso l’uso di best practice di codifica e strumenti di controllo delle versioni, per garantire la qualità del codice.     Test e Integrazione Una volta completato lo sviluppo, il software deve essere accuratamente testato per garantire che funzioni come previsto, che soddisfi i requisiti e che sia privo di bug. In questa fase si considerano test unitari, test di integrazione, test di sistema e test di accettazione.   Distribuzione Una volta superati i test, il software viene installato nell’ambiente di produzione in cui sarà utilizzato dagli utenti. La distribuzione può avvenire in diverse modalità, a seconda della natura del software: può essere installato su dispositivi locali, distribuito tramite il cloud, o rilasciato come aggiornamento a un software esistente.   Manutenzione Una parte importante delle risorse viene dedicata alla manutenzione del software. Dalla correzione di bug, al miglioramento delle prestazioni, fino all’aggiunta di nuove funzionalità in risposta ai feedback degli utenti, questa fase può essere suddivisa in correttiva, adattiva, e perfettiva, in base all’obiettivo da raggiungere.     I modelli di Software Development Life Cycle (SDLC) Nel ciclo di vita dello sviluppo del software, esistono diversi modelli che variano in base alla tipologie di software da realizzare. Sintetizziamo i principali: Modello a cascata (Waterfall), il più tradizionale. Si tratta di un modello sequenziale in cui ogni fase del processo viene terminata prima di passare a quella successiva. È semplice e chiaro da gestire ma può presentare difficoltà nella gestione dei cambiamenti a lavori iniziati. Modello iterativo, basato sulla suddivisione dello sviluppo in cicli più piccoli. Ogni ciclo iterativo sviluppa una versione parziale del software, che viene poi migliorata e completata nelle iterazioni successive. Questo modello riduce i rischi e consente un feedback continuo ma può portare a prolungamenti del progetto. Approccio Agile, flessibile e adattabile che promuove collaborazione tra team e cliente, adattamento e consegna rapida. Le fasi si ripetono in cicli brevi chiamati sprint. Questo approccio è altamente flessibile e prevede un forte coinvolgimento dei client. Richiede team disciplinati e coordinati. Approccio DevOps che integra lo sviluppo (Dev) e le operazioni (Ops) in un unico flusso continuo, con focus sulla collaborazione e l’automazione per accelerare il ciclo di rilascio del software. Questo approccio garantisce velocità nel rilascio ma può richiedere una significativa riorganizzazione aziendale, essendo complesso da implementare.     Perché è importante gestire il ciclo di vita del software? Gestire correttamente il ciclo di vita del software è cruciale per il successo di un progetto. Un approccio rigoroso garantisce che ogni fase sia completata in modo efficace, riducendo i rischi di costi imprevisti, ritardi o fallimenti del progetto. In DotEnv, attraverso l’ascolto delle esigenze del cliente, adattiamo i vari modelli e approcci del ciclo di vita del software alle tipologie di progetti che ci si presentano, per dare vita a soluzioni software efficienti e durature. Hai un progetto software in mente? Raccontacelo!

I costi per sviluppare un’app: la tua guida prima di iniziare

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Sviluppare un’app è un’impresa promettente, ma prima di immergersi in un progetto simile, è fondamentale comprendere i costi che riguardano le fasi di tutto il processo. Una delle prime domande che le azienda pongono alle software house riguarda proprio i costi per sviluppare un’app. Quanto mi costa? La risposta è che dipende da una serie di fattori. Questo articolo ti guiderà attraverso i diversi elementi da considerare per evitare sorprese lungo il percorso e ti permetterà di capire da cosa dipendono i costi di sviluppo di un’app. Cosa determina i costi per sviluppare un’app? Definire il costo per sviluppare un’app non è un’impresa semplice poiché nel processo subentrano diversi aspetti che variano da progetto a progetto. In generale, possiamo affermare che i costi che un’azienda potrebbe dover affrontare per realizzare un’app, si possono basare su questi fattori: Tipologia, funzionalità e scopo dell’app Piattaforme e dispositivi supportati Punti di integrazione Utilizzo delle funzionalità hardware Piano di manutenzione Per tutti questi aspetti e anche per le macro-fasi che vedremo in seguito, il costo per sviluppare un’app può partire da qualche migliaia di euro fino sfiorare cifre come 300.000 €. Secondo alcuni studi, il costo di un’app semplice si aggira tra i 5.000 $ e i 50.000 $ e quello di un’app di media complessità tra i 50.000 e il 120.000 $ fino ad arrivare, appunto, ai 300.000 $ per app molto complesse. Per avere chiaro il percorso da affrontare, un’azienda deve necessariamente comprendere cosa c’è dietro a ciascuna cifra che compone il costo totale di realizzazione dell’app. Iniziamo! La pianificazione del tuo progetto ha un costo Molti utenti cercano ogni giorno il modo di sviluppare un’app per la propria azienda in modo veloce, e perché no, anche gratuito. Esistono oggi numerosi strumenti in grado di “fabbricare” un’app in pochi gesti e con costi molto bassi, ma si tratta di software performanti e in grado di supportare modifiche e integrazioni? La nostra risposta è no, poiché sviluppare un’app è un processo complesso che necessita innanzitutto di una pianificazione che ti aiuterà a creare un prodotto che risponda alle esigenze del mercato e a posizionarlo efficacemente. In questa fase, quindi, è fondamentale realizzare: Un’analisi di mercato, per capire la domanda, le tendenze e le esigenze degli utenti. Uno studio della concorrenza, per analizzare le app simili per identificare punti di forza e debolezza. Questo punto è uno dei primi che si accodano ai costi per sviluppare un’app e si può aggirare indicativamente tra poche centinaia e diverse migliaia di euro, a seconda della profondità della ricerca e dei professionisti impiegati. Si procede poi anche con: L’analisi dei requisiti, per comprendere esigenze e obiettivi dell’azienda La definizione del progetto, che comprende: – il tipo di app (mobile, web app, ibrida, native) – le piattaforme e i dispositivi supportati – le funzionalità, le caratteristiche e l’esperienza utente.   Il costo del design non è da sottovalutare Svolgere con cura la fase di UX/UI design è come gettare solide fondamenta per un edificio destinato a durare nel tempo. Sebbene questa fase preveda un costo da affrontare, è bene ricordare che una progettazione accurata dell’interfaccia e un’esperienza utente ottimizzata e coinvolgente sono elementi cruciali per attrarre e fidelizzare gli utenti, per distinguersi dalla concorrenza e migliorare la percezione del valore del brand. La progettazione UX/UI è un percorso complesso che richiede competenze specifiche e un approccio metodologico rigoroso che parte con un’analisi approfondita del contesto d’uso. Attraverso tecniche di user research, come sondaggi e interviste, si procede con: Identificazione delle user personas e costruzione di un modello mentale dell’utente per informare le successive fasi di progettazione. Progettazione dell’architettura dell’informazione e dei flussi utente per mappare tutte le possibili azioni che l’utente potrebbe compiere, con l’obiettivo di ridurre al minimo la quantità di interazioni necessarie e rendere i passaggi fluidi e intuitivi. Creazione dei prototipi interattivi, che consentono di visualizzare l’app in anteprima e di testare l’esperienza utente. Realizzazione dell’interfaccia grafica, curando ogni dettaglio visivo per garantire coerenza con il brand. È importante ricordare che, viste le tempistiche per studi e design, questa fase può arrivare a incidere il 20-25% sui costi per sviluppare un’app. Tuttavia, i benefici che ne derivano sono evidenti: Aumento della soddisfazione utente Miglioramento delle conversioni Riduzione del tasso di abbandono Aumento del valore percepito Riduzione dei costi di manutenzione   Lo sviluppo: perché è la fase più costosa? La fase di sviluppo dell’app richiede circa il 40-55% di un budget perché comprende la scrittura del codice sorgente, l’infrastruttura backend, la realizzazione del pannello di amministrazione e l’integrazione delle funzionalità. Questa fase è fondamentale per tradurre il lavoro di progettazione in un’app performante e qui, ciò che fa la differenza per stimare il costo per sviluppare un’app, è rappresentato da: Tipologia di linguaggio programmazione Caratteristiche dell’infrastruttura e funzionalità Numero di pagine inserite Strumenti per l’interazione con gli utenti Manutenzione e aggiornamento. Al costo previsto per lo sviluppo va poi aggiunto quello per il test e la distribuzione, fondamentale per assicurarsi che l’app sia priva di bug e che venga distribuita correttamente agli utenti. Queste due fasi possono costare alle aziende dai 5.000 € ai 50.000 €, in base alla complessità dell’app, e possono incidere il 15-20% sul budget totale. Infine, nel costo di sviluppo di un’app esiste anche una componente di manutenzione che può essere suddivisa in: Correzione e aggiornamento dei bug Rilascio di aggiornamenti di sicurezza Monitoraggio prestazioni Manutenzione di API di terze parti Manutenzione di server e backend Supporto e feedback degli utenti Aggiornamenti UX/UI Gestione del database Licenze e abbonamenti. Ognuna di queste voci, calcolata generalmente su base annua, prevede costi che variano dai 1000 € fino ad arrivare ai 20.000 €, in funzione delle tecnologie impiegate e dell’entità dell’app stessa. La promozione, un’arma indispensabile per il successo della tua app! Per avere successo, non basta che un’app sia funzionale o accattivante. Deve essere trovata dagli utenti! La fase di promozione dunque prevede che professionisti del marketing lavorino affinché l’app sia pubblicizzata sugli store, per ottenere una visibilità migliore rispetto ai

Il ruolo del Software Developer oggi: competenze, responsabilità e carriera

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione notevole dell’industria del software development. In un mondo sempre più digitale, la figura del software developer è oggi più che mai al centro dell’innovazione tecnologica, focalizzata sempre maggiormente su progetti che spaziano dall’intelligenza artificiale all’IoT. Ma un buon software developer che competenze e responsabilità deve avere per fare carriera? Scopriamolo insieme!   Chi è il software developer e cosa fa Il Software Developer è un professionista che sviluppa applicazioni e software, seguendo ogni fase del loro ciclo di vita, dalla progettazione iniziale al rilascio finale, con il relativo supporto post-produzione. Spesso collabora con specialisti come analisti, tester e web developer, assumendo un ruolo di leadership nei team di progetto. I suoi compiti principali includono l’analisi delle esigenze aziendali, lo sviluppo e l’aggiornamento del software, il testing e la correzione dei bug. Le competenze richieste oggi per i software developer Le aziende di software cercano oggi professionisti in grado di comprendere e integrare nuove tecnologie, oltre a un’attenzione costante alla sicurezza e alla qualità del software. Adattabilità e apprendimento continuo sono fondamentali per rimanere competitivi in un settore che evolve rapidamente, oltre a competenze quali: Programmazione avanzata con linguaggi come Python, JavaScript/Typescript, Java, C++ e PHP. Conoscenza delle architetture Cloud, piattaforme come AWS, Microsoft Azure e Google Cloud e i concetti di microservizi e containerizzazione (Docker, Kubernetes) sono essenziali per i software developer. DevOps e CI/CD, essenziali per migliorare l’efficienza del ciclo di vita del software e garantire rilasci rapidi e affidabili e quindi imprescindibili per un buon software developer. Competenze in Data science e Data analysis per raccogliere, interpretare i dati e analizzarli con tecniche avanzate, per sviluppare soluzioni innovative. Soft skills, oltre alle competenze tecniche, come la capacità di lavorare in team, la comunicazione efficace, e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici.   Le responsabilità dei Software Developer Ben oltre la scrittura del codice, ci sono responsabilità che un software developer è tenuto ad assumersi, per affrontare una serie di compiti e aspettative, dal punto di vista tecnico ed etico. Responsabilità tecniche Progettazione e sviluppo di software: scrittura, il test e manutenzione del codice, oltre al controllo dell’efficienza, sicurezza e assenza di bug del software. Integrazione di sistemi e piattaforme, mediante una comprensione approfondita delle architetture di rete e delle tecnologie di comunicazione. Sicurezza del software con l’implementazione di pratiche di codifica sicura e di protezione dei dati degli utenti da eventuali minacce. Manutenzione e aggiornamenti regolari sono essenziali per garantire che il software rimanga funzionale e sicuro nel tempo. Risoluzione di problemi e debugging; quest’ultimo è una competenza cruciale, poiché permette di individuare e correggere errori che potrebbero compromettere le prestazioni del software.   Responsabilità etiche Collaborazione e comunicazione efficace con altri team, come designer e project manager, per il successo dei progetti. Ma anche con il cliente, per aggiornamenti costanti sullo stato dei lavori. Formazione continua tramite l’apprendimento di nuovi linguaggi di programmazione, strumenti e metodologie, nonché il mantenimento di una conoscenza aggiornata delle best practice del settore. Abbiamo parlato di com’è possibile diventare un buon software developer in questo articolo blog. Dai un’occhiata!   Opportunità di carriera per i Software Developer Oggi per un software developer, le opportunità di carriera sono ampie e diversificate, frutto di uno sviluppo tecnologico rapido di conseguenza di una forte domanda di competenze tecniche avanzate. Tra le possibilità che offriranno sempre maggiori spunti di carriera ai software developer troviamo: Ruoli specializzati (IA, la cybersecurity, blockchain ) Start-up innovative Collaborazioni interdisciplinari Remote working e freelance. Viste le possibilità diversificate e le richieste sempre maggiori di figure qualificate che garantiscano lo sviluppo di software di qualità e con un grado di sicurezza ottimale, possiamo affermare che la figura del software developer potrà avere sempre più un ruolo fondamentale nello sviluppo delle nuove tecnologie, offrendo al mercato prodotti avanzati e in grado di adattarsi ai rapidi cambiamenti che riguardano questo settore. Ma i nostri software developer chi sono? Un team eterogeneo e coeso di professionisti frontend, backend, full-stack e PM impegnati nello sviluppo di soluzioni software, in grado di far fronte a molteplici richieste ed esigenze di clienti di ogni settore. Scopri le nostre competenze!

L’importanza di un software gestionale nel 2024: trend e vantaggi per le aziende

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Nel panorama aziendale, l’adozione di un software gestionale è diventata, da anni, una necessità imprescindibile per le realtà di ogni dimensione. Con l’evoluzione tecnologica e l’aumento della complessità delle operazioni aziendali, un software gestionale non solo semplifica i processi, ma offre anche vantaggi competitivi significativi. Ma quanto è importante avere un software gestionale oggi? E quali sono i trend emergenti in questo settore? Cos’è un software gestionale? Un software gestionale è una soluzione tecnologica progettata e realizzata per aiutare le aziende a gestire e automatizzare i processi operativi. Questi software integrano diverse funzioni, come contabilità, gestione delle risorse umane, vendite, acquisti, inventario e produzione, tutto in un unico sistema centralizzato. I vantaggi di un software gestionale Nel 2024, l’adozione di un software gestionale non è solo un vantaggio competitivo ma una necessità per le aziende che vogliono rimanere al passo con i tempi e ottimizzare le proprie operazioni. Ma quali sono, nello specifico, i vantaggi tangibili? Efficienza operativa L’integrazione di diverse funzioni in un unico sistema, consente di ridurre i tempi di gestione e di eliminare le ridondanze. Le operazioni manuali, spesso soggette a errori, vengono automatizzate, migliorando così l’efficienza complessiva dell’azienda. Decisioni basate sui dati Un software gestionale fornisce strumenti di analisi avanzati che permettono di raccogliere, elaborare e interpretare i dati in tempo reale. Questo consente ai manager di prendere decisioni informate e strategiche, basate su informazioni accurate e aggiornate.   Miglioramento della collaborazione interna Con un sistema centralizzato, tutte le informazioni aziendali sono accessibili in un unico luogo, facilitando la collaborazione tra i vari reparti, migliorando la comunicazione interna e assicurando che tutti i dipendenti siano allineati sugli obiettivi aziendali. Riduzione dei costi Automatizzando i processi e migliorando l’efficienza operativa, un software gestionale contribuisce a ridurre i costi operativi. Inoltre, l’eliminazione degli errori manuali riduce il rischio di costi imprevisti. Compliance e sicurezza I software gestionali attuali sono progettati per aiutare le aziende a conformarsi alle normative vigenti. Inoltre, offrono elevati standard di sicurezza per proteggere i dati sensibili da accessi non autorizzati. Le tipologie di software gestionale più note Le tipologie di software gestionale più comunemente utilizzate dalle aziende variano in base alle specifiche esigenze operative e ai settori di attività. Te ne mostriamo alcune: Enterprise Resource Planning (ERP) L’ERP è un sistema integrato che gestisce le principali funzioni dell’azienda in un’unica piattaforma. Questi sistemi coprono ambiti come la contabilità, la gestione delle risorse umane, le vendite, gli acquisti, il magazzino e la produzione. Customer Relationship Management (CRM) I sistemi CRM sono progettati per gestire le interazioni e le relazioni con i clienti. Aiutano a migliorare il servizio clienti, ottimizzare le vendite e fidelizzare i clienti. Human Resources Management System (HRMS) Questi software sono utilizzati per gestire le risorse umane all’interno di un’azienda, inclusi il reclutamento, la gestione dei talenti, la formazione, la gestione delle buste paga e le prestazioni dei dipendenti. Warehouse Management System (WMS) I WMS sono progettati per ottimizzare la gestione dei magazzini e delle scorte. Aiutano a migliorare l’efficienza della logistica e della catena di approvvigionamento. Supply Chain Management (SCM) Questi sistemi gestiscono e ottimizzano la catena di approvvigionamento, coprendo la gestione degli ordini, la logistica, la distribuzione e la gestione dei fornitori. Manufacturing Execution System (MES) I MES sono progettati per monitorare e controllare i processi produttivi, migliorando l’efficienza della produzione e la qualità dei prodotti. Document Management System (DMS) Questi software gestiscono la creazione, l’archiviazione, la condivisione e la gestione dei documenti aziendali. I trend dei software gestionali nel 2024 Intelligenza artificiale e machine learning stanno rivoluzionando il modo in cui i software gestionali operano, consentendo di prevedere trend di mercato, automatizzare processi complessi e migliorare l’accuratezza delle previsioni finanziarie. L’Integrazione con l’IoT permette ai software gestionali di raccogliere dati in tempo reale da dispositivi connessi. Questo è particolarmente utile nel settore manifatturiero e nella gestione della logistica, dove è fondamentale monitorare l’andamento delle operazioni in tempo reale. Il Cloud Computing offre flessibilità, scalabilità e accessibilità, permettendo alle aziende di gestire le proprie operazioni da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. L’automazione dei processi robotici (RPA) sta diventando sempre più integrata nei software gestionali. Essa permette di automatizzare attività ripetitive e basate su regole, migliorando l’efficienza e riducendo i costi operativi. Esperienza utente migliorata per garantire l’accessibilità anche per gli utenti non tecnici, grazie a interfacce semplificate e all’integrazione di assistenti virtuali.   Investire in un software gestionale performante, aggiornato e adatto alle proprie necessità, significa investire nel futuro della propria azienda, garantendo un potenziamento dell’efficienza, sicurezza e una migliore capacità decisionale. Se la tua azienda non ha ancora adottato un software gestionale, DotEnv può offrirti una soluzione personalizzata e professionale per raggiungere i tuoi obiettivi. Ti stai chiedendo quale gestionale possa fare al caso tuo? Prenota una consulenza!